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 La ricetta originale è di Paolo Lopriore, 
 riproducendola abbiamo sperimentato direttamente, 
 confermandolo, lo  splendido arcobaleno gustativo 
 e l'abbinamento elettrizzante  che fa scintille nel palato, 
 di cui scrivono i suoi critici.
 
 Lava  le patate e disponile in una tiella da forno
 con uno strato di sale grosso spesso almeno un
 centimetro.
 Ponile nel forno preriscaldato a 180° per 20 minuti. 
 Il sale serve come distributore del calore.
 
 Pelale e schiacciale con il passapatate quando 
 sono ancora calde.
 
 Dividi l’impasto in 3 parti.
 
 Un terzo (che avrà funzioni di ripieno) condiscilo
 con sale, molto pepe, panna e  olio extra vergine.
 
  I restanti due terzi impastali con la fecola ed 
  il rosso d’uovo aggiungendo la farina a pioggia
  sulla superfice ad evitare che appiccichi durante 
  la lavorazione.
  Lavoralo fino a quando l'impasto non avrà raggiunto
  una elasticità minima che ti permetta di stenderlo
  con il mattarello.
  
  Fai una sfoglia dello spessore di mezzo centimetro 
  e tagliala in dischi con i bordi di un bicchiere.
  Metti  in una metà del disco  dei mucchietti
  dell’altro impasto, chiudilo a  libro ponendo 
  a coperchio la metà del disco di pasta libero.
 
 Confeziona così 24 ravioli di media grandezza
 come da fotografie.
 
 Taglia la buccia  del limone e tritala fine. 
 
 In una pentola grande fai bollire l’acqua con il
 sale, tuffaci i ravioli e cuocili fino a che 
 non vengano a galla. 
 Scolali e mettine 3 o 4 in ogni piatto condendoli con
  pepe, limone tritato ed un pizzico di cumino tostato. 
 
 Servi  guarnendo con  qualche foglia verde (prezzemolo,
 basilico o altro).
 
 L'abbinamento inventato si presta a diverse variazioni sul tema.
 
 Una che abbiamo sperimentato con successo ma, 
 che ancora non mostriamo, è quella di aggiungere 
 all'impasto del ripieno dei pinoli frullati 
 servendo poi i ravioli coperti di pesto alla pseudo genovese 
 parmigiano e pinoli con risultati meno sorprendenti al palato 
 rispetto all'intensità del cumino tostato e del limone ma, 
 sempre eccezionali.
 
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